Mineccia: Essere capitano di una squadra che vince mi piace
Stagione intensa per Giuseppe Mineccia che, da capitano dell’Airon Club Conversano, ha messo in bacheca la promozione in Serie C del Campionato di Pallanuoto e, da allenatore dell’under 13, ha dovuto però accontentarsi di un amaro sesto posto alle Final Six.
Per il trentatreenne nocese è tempo di bilanci e di pianificare il futuro sportivo in vasca e fuori: “Ad inizio stagione, l’obiettivo della squadra era vincere il campionato ed essere promossi in serie C. Fin dalle prime partite ci siamo resi conto della nostra forza e che i risultati dipendevano soltanto da noi. Abbiamo avuto la conferma di ciò nella gara di andata con il Valenzano quando, nonostante le assenze importanti, abbiamo portato a casa una bella vittoria. Essere capitano di una squadra che vince mi piace. Sono fiero di come abbiamo affrontato il campionato. Avevamo una squadra valida composta da veterani e da giovani che ho visto crescere nel settore giovanile e vincere il girone e la Final Eight con undici vittorie di fila, senza sconfitte, è stata una doppia soddisfazione”.
Capitano e allenatore, due ruoli e due modi di affrontare e leggere la partita come lo stesso Mineccia spiega: “Allenare e giocare mi danno emozioni forti. Una partita è sempre una partita sia da giocatore sia da allenatore. Quando sei allenatore leggi la partita nel complesso, quando sei giocatore pensi a chi è il tuo avversario. D’altro canto, però, essendo allenatore affrontare le partite da giocatore ha i suoi contro. Molti ragazzi sono cresciuti con me, li ho allenati e ho insegnato loro ciò che fare e ciò che non fare. In partita può capitare di sbagliare e di fare ciò che non si dovrebbe. In acqua, la stanchezza e la concentrazione ti portano a commettere errori che non faresti da allenatore”.
Conclusa questa esperienza per Giuseppe Mineccia è il momento di guardare alla prossima stagione sportiva: “Per il prossimo anno ancora non so. Sicuramente allenerò la squadra under 13 dell’Airon Club Conversano con l’obiettivo di far crescere i ragazzi sani e con i valori dello sport al fine di portarli in prima squadra. Per quanto riguarda la mia carriera da giocatore ancora non ho deciso nulla, ci sto pensando. È una scelta difficile”.